Gianantonio Abate
I racconti dello stare insieme

La ricerca recente di Gianantonio Abate è dominata da un approccio estatico alla pittura che vede il quadro come finestra rivolta all’interno della coscienza, in senso non psicologico ma in chiave spirituale. L’arte viene vista come strumento di reintegrazione della coscienza dell’uomo con l’essenza della natura, depurata dalle sovrastrutture concettuali.
Nelle proprie opere Abate crea un mondo che non è frutto della rappresentazione o deformazione della realtà, ma che comprende frammenti di essa, spesso scelti tra quelli meno connotati e più comuni, sintetizzati all’interno di strutture ritmiche che armonizzano e mettono sullo stesso piano i diversi elementi dell’immagine. Per l’autore realizzare un dipinto significa “fare un mondo”, in cui la molteplicità dei dettagli trova il modo di “stare insieme” in armonioso accordo, senza attriti, in una reciproca complementarietà dalla connotazione quasi magica. La prospettiva viene compressa in piani paralleli che organizzano le parti dell’opera senza veicolare l’attenzione su un unico soggetto ma agevolando la mobilità dello sguardo, libero di percorrere il dipinto senza vincoli prestabiliti. Si va a costruire un luogo ideale, un paradiso in cui la natura non viene letta in chiave antropocentrica, ma l’essere umano è parte del tutto senza distinzioni.
La finalità di ogni opera è l’ottenimento di quello che lo stesso artista definisce “splendore interno”, ottenuto mediante la compressione dell’energia del dipinto in una spazialità senza gerarchie e senza distinzioni tra soggetto e sfondo, in cui ogni elemento equivale al tutto in un rispecchiamento assoluto di forme, geometrie e colore. Nonostante vi sia una traccia narrativa finalizzata ad ambientare la scena, nei dipinti non vi sono contenuti o metafore che vanno oltre l’intimo dialogo tra forma e ritmo.
Nella sua semplicità di mezzo senza tempo, la pittura è per Abate lo strumento ideale per sondare l’essenza dell’arte, intesa come equilibrata unione di stati d’animo e razionalità analitica. L’assenza di riferimenti spazio-temporali e connotazioni psicologiche rende protagonisti i soggetti del dipinto nella loro pura presenza, sospesi in una dimensione metafisica in cui tutto è armonizzato dalla regolarizzazione ritmica dell’immagine.
La leggerezza e la vivacità delle scene conduce in una dimensione insieme meditativa e vitale, alleggerita dal peso delle preoccupazioni quotidiane, per mostrare mondi fondati sull’armonia.